Articolo del Comune di Jenne
Un percorso con elementi ambientali, paesaggistici e culturali di primissimo interesse. Per chi
viene da Roma è necessario attraversare l’intero paese di Subiaco, superato il quale, la strada
per Jenne si prende a sinistra entrando in una stretta gola formata dalla Alta Valle dell’Aniene.
Dopo la prima curva si incontrano i resti della Villa di Nerone (I secolo d.C.) che rappresentano
solo una piccola parte dell’originale complesso architettonico che comprendeva una diga e tre
laghetti. Superati i resti archeologici la Subiaco-Jenne inizia a salire, abbandonando il fondo
valle e lasciandosi sulla destra una piccola strada che costeggia il fiume Aniene e che è
asfaltata solo per poco più di un chilometro. Si consiglia di effettuare una breve deviazione
percorrendo circa 300 metri su questa stradina e, nel punto in cui la carreggiata si fa più ampia,
prendere a piedi un sentiero (indicato da un cartello) che in dieci minuti porta al laghetto di
San Benedetto, nascosto nella vegetazione e alimentato da una suggestiva cascata formata dal
fiume Aniene.
Ritornati sulla Subiaco-Jenne si sale con paio di tornanti sino al monastero benedettino di Santa
Scolastica, l’unico rimasto dei dodici monasteri voluti da San Benedetto nella Valle, che già
risultavano distrutti nel XII secolo. E’ costituito da un complesso di edifici ed opere
architettoniche costruite in epoche e stili diversi. Si segnalano il campanile del XII secolo e i
tre Chiostri rispettivamente del XII, XIV e XVI secolo. Presso la Biblioteca fu creata la prima
tipografia italiana nel 1465. Lasciata Santa Scolastica si incontra il bivio per il monastero
benedettino di San Benedetto che si può raggiungere prendendo la strada a sinistra. Vale la pena
effetture anche questa deviazione e visitare il monastero costruito su una roccia a strapiombo
con le sue due Chiese sovrapposte, le sue cappelle e grotte affrescate: uno degli affreschi ritrae
San Francesco ed ha la caratteristica di essere l’unico ritratto del santo effettuato mentre questi
era ancora in vita.
Questo monastero non fa parte dei dodici voluti da San Benedetto in quanto fu costruito
successivamente (dopo XII secolo) intorno alla grotta (Sacro Speco) dove per un periodo si era
ritirato il santo. Dopo la visita, ripresa la Subiaco-Jenne, conviene fermarsi dopo il Km.2
(passate due gallerie e percorsi una cinquantina di metri), per ammirare dalla strada, guardando
all’indietro ed in alto, il monastero di San Benedetto incollato ad una ripida parete rocciosa. La
strada prosegue tagliando a mezza altezza i monti che si affacciano sulla Valle dell’Aniene con
una serie di curve, tornanti e brevi gallerie. In diversi punti si ha un panorama sulla Valle
dell’Aniene che in questo tratto è abbastanza stretta, chiusa da ripidi pendii boscosi su entrambi i
versanti. Al Km. 6 sulla destra vi è la chiesetta di San Giovanni dell’Acqua che deve il nome
alla adiacente sorgente sulla sinistra della strada.
Superata l’ultima galleria (Km.9) vi è un’area attrezzata per PIC NIC e sulla sinistra la fonte di
Monte Porcaro. Sulla destra un breve sentiero conduce verso la cima ove nascosti tra i pini si
possono scorgere indizi dell’esistenza di rovine dell’antico Castello di Monte Porcaro. Vuole la
leggenda che il Castello fu distrutto in un lontano passato dagli abitanti del vicino paese
di Jenne a seguito di controversie legate al controllo della suddetta fonte: i castellani avrebbero
aggredito delle ragazze di Jenne che si approviggionavano d’acqua e gli Jennesi avrebbero
reagito distruggendo il Castello ed uccidendo tutti i suoi abitanti, da ultima una vecchia che,
rinchiusa in una botte, avrebbe subito la stessa sorte di Attilio Regolo, lanciata nel dirupo presso
l’ultima curva della nostra strada, luogo che ancora oggi gli Jennesi chiamano “Cesa Rea”.